Dal 1° gennaio 2023, la c.d. Quota 102 verrà sostituita con Quota 103 e ci sarà la proroga dell’Opzione Donna e dell’Ape Sociale. Sono queste le novità in materia pensionistica contenute nella bozza di Manovra 2023 approvata ieri dal Consiglio dei ministri.
Quota 103 – In attesa di una riforma strutturale dell’attuale sistema pensionistico – il Governo Meloni, renderà possibile, a coloro che nell’anno 2023 abbiano maturato almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi (c.d. Quota 103), di uscire dal mondo del lavoro con anticipo rispetto alle disposizioni normative previste dalla legge Fornero, che consente l’accesso al trattamento pensionistico:
- per “Vecchiaia”, al conseguimento del requisito anagrafico di anni 67 con minimo 20 anni di contribuzione,
- in via “Anticipata”, al conseguimento del requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Si tratta, dunque, di un restyling della c.d. pensione Quota 102 (in scadenza a fine anno), che consente il pensionamento anticipato rispetto alle regole ordinarie a coloro che, entro il 31 dicembre 2022, possano far valere almeno 64 anni di età e 38 anni di contributi.
Proroga Opzione Donna – Anche nel 2023 le lavoratrici in possesso dei requisiti richiesti potranno andare in pensione anticipata (pagando lo scotto del calcolo interamente contributivo dell’assegno) con la c.d. Opzione Donna, che attualmente consente a chi possa far valere almeno 35 anni di contributi, di uscire dal mondo del lavoro con:
- almeno 58 anni di età nel caso di lavoratrici dipendenti;
- almeno 59 anni di età nel caso di lavoratrici autonome.
Ape Sociale – Confermata per il prossimo anno anche l’Ape Sociale, che – si ricorda – consente ai soggetti appartenenti a determinate categorie di lavoratori (disoccupati, caregivers, invalidi civili e soggetti addetti alle c.d. mansioni gravose) e rientranti in determinati requisiti contributivi (30 anni o 36 anni), di lasciare il mondo del lavoro a 63 anni ricevendo un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps sino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia, attualmente 67 anni, ovvero fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.